19 dic 2013

Nipa Doshi Jonathan Levien

Nipa Doshi Jonathan Levien







 
Nipa Doshi nasce nel 1971 a Bombay da una famiglia Gujarati.
Nel 1997 è a Londra, dove si laurea al Royal College of Art e dove rientra dopo un breve periodo passato in India per lavorare con alcuni artigiani.
Qui incontra Jonathan Levien, nato in Scozia, che ha da poco concluso un master anche lui presso il Royal College.
La sinergia fra Nipa e Johnatan funziona da subito: infatti nel 2000 creano un loro studio e si sposano. Assieme sviluppano un concetto di design particolare e innovativo che riunisce due approcci distinti e complementari al lavoro: Nipa, fortemente radicata nella cultura indiana, e Jonathan, avviato alla progettazione del design industriale, celebrano assieme un
ibrido culturale che sintetizza tecnologia, narrazione, design industriale e artigianale.

Carlo Bernardini


Difficile orientarsi sulla location, dalle immagini: in effetti è abbastanza anomala, e allora ve la diciamo subito noi. Si tratta dei vani ascensore della parte storica del Macro. Sì, altro Macro-step fotografico, con la photo-preview dell’installazione di Carlo Bernardini pronta per l’inaugurazione venerdì 24 giugno.
Titolo: La Rivincita dell’angolo. “L’angolo in veste di contenitore può diventare esso stesso opera, trovando così il suo riscatto in una dimensione ‘altra’ nella riconfigurazione dello spazio attraverso una nuova architettura di luce”. Da vedere “de visu”, ma intanto fatevi una mezza idea…









22 set 2013

Barangaroo.

Barangaroo is being built on a vision that embodies all of Sydney's unique harbour city character - the perfect place to work hard, do business or simply relax and enjoy the view.
This is the brilliance of Sydney - an international city that retains enough of its laid back character to genuinely enjoy the fruits of all that hard work. And that is the brilliant work life balance of Barangaroo.
State of the art sustainable office buildings represent the architecture of the future. Yet they are built within a harbourside precinct that takes its workers back in time, down to the sparkling harbour waters and the unique Australian native bushland of the new Headland Park. A stretch of lush harbour headland inspired by the original foreshore that existed two centuries ago when modern Sydney was born.
It will be a truly remarkable place. One minute you could be chairing an international video conference call with millions of dollars riding on the outcome. The next you can step out under a perfect blue Sydney sky and sit by the water under the all-embracing shade of a native 'angophora' tree.
The vision of Barangaroo is to bring all parts of Sydney together: east, west, north and south. With a new ferry terminal and green transport plan linking the city's west to the CBD's western foreshore. Underlining the unique opportunity presented by building the most important development in an established major city that still has a bright future ahead of it.
The Barangaroo vision is also one of inbuilt sustainability to eliminate waste, preserve precious water supplies and dramatically cut power requirements and consequently running costs.
So much so that the 'greenest' buildings in the Sydney CBD will be capable of generating renewable energy beyond their own needs - so Barangaroo will, literally, help power Sydney's future.
Creating a greener, more liveable, more cost efficient and more sustainable working environment, is just part of the Barangaroo vision. This will be more than just a great place to locate a company or come to work. It will bring new retail, restaurants, apartments and public spaces. So Barangaroo will be a brilliant place for every Sydneysider and visitor to this magnificent harbour city.
Barangaroo will turn the western city foreshore into the only place in the CBD where people can connect with and touch the harbour waters. Rock pools and native sandstone will form the rejuvenated foreshore; two new harbour coves will reclaim 2.7 hectares of harbour lost to previous development. Helping make what is already a great city to live in and even better place to work, relax and play.
In short, the Barangaroo vision is to take this 'one in 200 years opportunity' and create an even more brilliant Sydney.











Seoul, Korea, 2013


Amoje Food Capital, Food Court, Seoul, Korea, 2013

Amoje Food Capital plays on the idea of the spacial, visual landmark as a gathering place. It creates a recognizable, iconic location in the space for people to gather, meet, socialize and eat in color! The organic “islands” not only infuse the space with character and contemporary aesthetic, they serve as a pivotal landmark around each column, where people meet and gather. The islands are centrifugal in arrangement, inviting users to interact, communicate and socialize in the space. This creates a lively dynamic setting which generates a sense of place for gathering and will ultimately make the space successful. The undulating perimeter of the area is perforated to create visual openings for service counters. Snack locations are “carved” into the surrounding perimeter creating with strong visual highlights for the eye inside. The floor plays off the linear patterns of the perimeter wall creating a strong wireframe that creates a sense of continuous dynamism and motion within the space.

Client: Lotte Amoje, Korea
Category: Restaurant
Facilities: Restaurant
Design period: Nov 2012 - Jan 2013
Construction Period: Feb 2013 - May 2013




29 ago 2013

Bvlgari London, un indirizzo intimista.




La terza proprietà alberghiera della Maison Bvlgari, un palazzo londinese di Knithsbridge, si rivela un elegante pied-à-terre firmato dall’architetto italiano Antonio Citterio, per un vero e proprio lusso d’autore.

All’interno le fotografie dell’hotel richiamano l’immagine di un luogo grandioso, ma è puramente intimista. Gli equilibri degli spazi sottolineano le giuste proporzioni. Partendo proprio dalla lobby si ha la sensazione di essere all’ingresso di una residenza privata: sedute basse e  tavoli in marmo costellano gli ambienti addolciti da tende in panno colore grigio lucido che ammorbidiscono l’atmosfera. Le colonne ricoperte da lastre nere fanno da eco ad un suolo riflettente; vasi monolitici alti un metro e venti, sormontati da ortensie, assorbono la luce di qualche rara vetrina da esposizione ed al contempo mascherano i volumi.

Intimista, dunque, l’indirizzo londinese che conta 85 camere. Dopo la prima apertura a Milano nel 2004, seguita da quella di Bali nel 2006, l’hotel di Knithsbridge è perfettamente inserito nell’elegante quartiere che lo accoglie: 39 suite e 7 penthouses da 250mq, accentuate da colori atonali e grandi sale da bagno immacolate, sono dotate di sauna individuale, un richiamo alla prestigiosa spa, diventata ormai un vero e proprio culto per la Maison Bvlgari, caratterizzata da mosaici oro e verde acqua e muri di pietra gessosi. In seguito troviamo il Ristorante, tempio della gastronomia italiana, delineato da una grande scala a spirale dai tratti modernisti, avvolta nello spazio da montanti metallici.

Un anacronismo nel secolo in cui i brand di lusso giocano al rilancio, dove il tempo è il vero lusso. Ovunque gli interni focalizzano il punto di vista sulla passione per il design e non sul marchio di gioielleria. Per ultimo, il bar si scopre come un enorme volume ellittico, pronto ad accogliere calici e bottiglie di champagne che richiamano le creazioni storiche firmate Bvlgari.

Possiamo davvero dire che Antonio Citterio per questo progetto ha avuto carta bianca.











Design sull’acqua

Essenziale, dinamico, scenografico, con una tecnologia celata da una veste minimalista e “pura”.
Una scelta estetica fuori dal comune ma innovativa, destinata a far parlare molto di sé. Il tutto mettendo ai primi posti anche il comfort, le prestazioni e la sicurezza della navigazione.
Ad interpretare un nuovo concetto “visivo” di motoscafo è un’azienda che ha sede in una nazione europea cinta dalle Alpi e priva di sbocchi sul mare: l’Austria. Il costruttore di cui stiamo parlando è Frauscher, un’azienda che per realizzare la sua ultima creazione ha cercato di miscelare il meglio. La qualità professionale delle persone coinvolte nella progettazione dell’858 Fantom non lascia spazio a dubbi. Un mix di tecnici e designer in grado di far nascere quello che la Casa descrive una “fata morgana” che sfreccia sull’acqua. 
Thomas Gerzer è il geniale progettista Frauscher a cui si devono modelli di successo come il 717 GT (barca europea nel 2010) e i più recenti 1017 GT e Lido. Harry Miesbauer - con collaborazioni all’attivo anche per Luca Brenta, Wally e Maxi Dolphin – ha invece progettato la carena che permette al Fantom 858 di scivolare sull’acqua garantendo una navigazione morbida e confortevole anche alle alte velocità.L’aspetto puramente estetico è opera invece del team KISKA, famoso studio di design austriaco. Presentarli è necessario per capire l’origine di questo motoscafo. A loro si deve il design degli interni dei più recenti modelli Audi e lo stile “tagliente” e geometrico dei modelli di grande successo della Casa motociclistica austriaca KTM.
Il loro lavoro non ha ignorato quelli che sono gli “stilemi” delle barche Frauscher (come il bottaccio a forma di Z in acciaio inox sulle fiancate, il grande parabrezza privo di cornici o l’enorme coperta di prua in teak) rinnovati dai tocchi innovativi e caratteristici che fanno dell’858 Fantom un modello d’avanguardia capace di reinventare il design dei motoscafi. Quest’imbarcazione, che può ospitare 7 persone, ha un ottimo livello di motorizzazioni “base”: due i propulsori V8 disponibili da 300 CV a benzina o gasolio, potenza che permette al motoscafo di raggiungere i 40 nodi. Velocità che può arrivare ai 48 se a motorizzarlo sono i propulsori più potenti da 8.2 litri da 430 CV. A richiesta possono essere installati, tra gli altri, un’ancora elettrica in acciaio inossidabile, un bow thruster per facilitare le manovre di ormeggio, un bimini di facile utilizzo e un sistema audio BOSE.
L’858 Fantom sarà presentato ufficialmente al pubblico italiano al prossimo Salone Nautico di Genova 2013 dal Cantiere Nautico Feltrinelli, importatore esclusivo della Frauscher in Italia. 


27 mag 2013

The Tamdeen Group Headquarters




Tamdeen Group’s new 55,000 square foot corporate headquarters was initiated under the aegis of architectural firm RTKL International. However, due to the global recession, RTKL’s Corporate Interiors Group in Los Angeles and Chicago were dissolved. It was then decided that Yvonne Colacion would continue to lead the project through completion. This was a natural decision as Colacion was the Vice President of Corporate Interiors at RTKL’s Los Angeles office, and had developed a rapport with and understanding of the client. The success of any design project is largely about professional chemistry between the owner and/or owner’s representatives and when this works, the momentum stays in place. Colacion completed the design of the corporate offices; with the client team and relationships well-established, this transition was smooth and effortless. 

In early conversations with the Tamdeen Group on the topic of branding this prestigious real estate development company, having a creative understanding of integrated real estate commercial development, and the enhancement of communities, was critical. Having just completed a fairly involved brand analysis with the brand specialist FITCH, Tamdeen Group’s concept of its brand was well in place.

The design needed to reinforce their brand and mission statement but also needed to be authentic to the Tamdeen Group’s visionary perspective of the retail experience in the Middle East, as well as its thriving commitment to the firm’s surrounding community. Colacion Studio focused on creating a three- dimensional physical space, which translated the Tamdeen brand both internally and externally. It was important to this client that the physical space be both dynamic and charismatic, as well as celebrate the firm’s cultural heritage. 

In addition to celebrating the Tamdeen Group’s commitment to its community and history, there was also a need to celebrate its diverse workforce—creating a tapestry, through design, of the world’s leading international professionals. Tamdeen Group not only has local presence in Middle East real estate development, but also has a true international reach into the retail world. Despite the trend towards virtual retail centers via on-line communities, people in general still desire a need to come together and share information in a corporate setting. Planning work environments today for agile and dynamic businesses such as the Tamdeen Group need to include a keen observation of not only full-time work environments, but diverse work styles, as well. Work station modules and quantities were designed to meet this future need. 

With Colacion Studio’s translation of the brand, coupled with the changing evolution of work and play, the firm created a planning and design approach which spoke to each person’s individual work persona, and community persona -- all of which reinforced the diverse cultures within Tamdeen Group. It was this approach, which assisted the firm in creating a visually exciting and dynamic environment celebrating the firm’s eclectically cultural workforce. 

The geographical location of the headquarters also inspired Colacion Studio’s final design of the interiors. In order to take advantage of Kuwait’s desert sun, Colacion incorporated a large skylight to bring daylight into the space. The sun’s heat was strategically filtered through various methods, including the installation of a synthetic mesh window shade in a conference room, specialized UV films on the skylights and large windows, as well as a suspended screen of honeycomb aluminum on the ground level, which partially veils the top flight of the teak and steel stairway. Also, to evoke the feeling of being in a desert oasis, the firm thoughtfully added a vertical garden wall in the ground-level reception area, as well as two more stacked garden walls in the double-height atrium, totaling a 20-foot high lush green feature wall. 

Colacion Studio creatively incorporated cultural elements of the Gulf region throughout the 55,000 square foot space, by featuring traditional Arab geometric patterns (custom designed by Colacion Studio) on various surfaces and textiles; as well as artful Arabic script, which was used as signage in several spaces.